Posts Tagged ‘Giovanardi’

Narcotest e incremento del danno

ottobre 5, 2008

Da Fuoriluogo, di Max Lorenzani – 28 settembre 2008

La situazione in Italia sul versante sicurezza-controlli-repressione in materia di droghe si fa veramente drammatica. È notizia di venerdì 19 settembre che la conferenza Stato-Regioni ha approvato il testo di attuazione della legge sulla droga che prevede i controlli e test antidroga per i lavoratori a rischio. «Si tratta – sono parole di Carlo Giovanardi – di controlli annuali sulla base di segnalazioni fatte dai datori di lavoro. In caso positivo, anche di consumo saltuario, il lavoratore non verrà licenziato, ma spostato ad altra mansione, e segnalato ai centri di assistenza per i tossicodipendenti».

Si tratterà di prelievi delle urine e, in caso di esito positivo o di dubbi, addirittura di analisi del capello, che come è noto rileva l’uso di droghe avvenuto anche anni prima, esponendo di fatto i lavoratori delle categorie “a rischio” a veri e propri ricatti e discriminazioni che nulla hanno di “scientifico” sul versante della sicurezza sul lavoro: come un consumo saltuario di alcolici non pregiudica o mette a rischio in nessun modo qualsiasi tipo di lavoro, così non si capisce secondo quali studi o evidenze empiriche si debba stabilire che è pericoloso in assoluto il consumo anche occasionale di sostanze psicoattive. Solamente perché illegali?

Oltre a limitare gravemente la sfera delle libertà personali, questo provvedimento rischia di incentivare lo scriteriato ricorso al nuovo farmaco, perché sarebbe difficile sospendere dal lavoro sotto il sospetto “droga” tutti i dipendenti che anche anni prima abbiano fatto ricorso all’anestesia di dentisti (tutte a base di derivati della cocaina) o siano stati sottoposti a interventi chirurgici e relative terapie contro il dolore a base oppioide o morfinica, ecc. Scatterebbe la corsa al certificato giustificatorio, un po’ come negli esami antidoping sugli sportivi, in cui la fa franca solo chi può pagarsi gli ultimi farmaci coprenti o dopanti non ancora individuabili.

Non c’è che dire, una bella prospettiva per tutte le agenzie sanitarie istituzionali o meno, come noi al Lab57 Alchemica, che ci occupiamo di riduzione dei rischi e di uso consapevole e critico delle sostanze.
In realtà sotto lo scudo mediatico «incidenti stradali per droga» tutto questo sta già succedendo da anni per migliaia e migliaia di malcapitati, che cercano di riavere la patente ritirata o sospesa spesso in seguito ad arbitrari test del sudore o della saliva, o di esami come urine o capello che vanno indietro giorni o anni prima dell’assunzione senza tenere conto delle quantità o modalità di assunzione.

Chiariamo bene: noi sosteniamo ed appoggiamo da sempre l’uso di strumenti di sensibilizzazione e prevenzione sulle strade o nei locali come l’etilometro, perché è sufficientemente preciso nel colpire un uso potenzialmente pericoloso per tutti. In tal modo incoraggiamo un uso moderato e controllato delle bevande alcoliche, senza colpire indiscriminatamente chi magari ha alzato troppo il gomito durante la serata ma poi ha giustamente aspettato di smaltire la bevuta prima di tornare in strada.

Ci sembra tutto sommato ragionevole anche l’ultima disposizione, entrata in vigore martedì 23 settembre, che prevede l’obbligo per tutti i locali di esporre le tabelle di contenuto e assorbimento alcolico legato al peso, al genere, allo stomaco pieno o vuoto.

Perché allora questa coerenza comunicativa e questa precisione sanzionatoria non vengono applicate anche alle altre sostanze diverse dall’alcol? Badate bene che non parliamo solo di sostanze illegali, le “droghe” appunto. Esistono gravi rischi per chi si mette alla guida sotto l’effetto di analgesici, barbiturici, ansiolitici, ecc… contenenti oppiacei di sintesi, o derivati della cocaina usati dai dentisti. Sono sostanze legali, non tutte soggette a prescrizione medica e nei foglietti informativi che le accompagnano è indicato espressamente cosa è sconsigliato fare durante o dopo l’assunzione.

L’introduzione su vasta scala dei narcotest sulla saliva o sul sudore in dotazione alle forze dell’ordine (benché abbiano valore legale solo le analisi del sangue o delle urine) rischia si colpire indiscriminatamente tutti quelli che hanno assunto sostanze psicotrope da alcune ore o addirittura giorni prima di mettersi alla guida, in quanto, come ammettono le stesse ditte che vendono a caro prezzo questi kit, non si è ancora in grado di avere strumenti quantitativi precisi come l’etilometro e, in assenza di valori medi accettabili per ogni singola sostanza, si preferisce “sparare nel mucchio”. Nel frattempo, le cavie siamo noi. Abbiamo il fondato timore che i parlamentari, i manager, i quadri aziendali più esposti non saranno mai considerati nelle categorie “a rischio”: se decidessero di inserire pure gli artisti metà palinsesti andrebbero in “fumo”.

Ironia amara, comunque, perché Giovanardi ha intenzione di esportare a Regioni e Comuni che lo vorranno il protocollo drugs on street: agenti che somministrano i narcotest su saliva o sudore e medici in ambulanza che analizzano sangue e urine per ritirare più patenti possibile, come già sta succedendo a Verona, ad esempio.

Se Regioni, Sert, Asl, Comuni non vi si opporranno, siamo di fronte alla morte annunciata della riduzione del danno. Come facciamo a intervenire alle feste legali o ai rave cercando faticosamente di lavorare con gli organizzatori per sensibilizzare i più giovani a comportamenti più sicuri, a individuare i propri limiti nel campo delle sostanze ma anche della velocità alla guida, quando sanno che comunque verranno puniti perché hanno toccato “la droga”, indipendentemente dal fatto che l’abbiano fatto un’ora, un giorno o un anno prima? L’unico modo per sfuggire a questi controlli è l’astensione totale. È questo il messaggio che si vuole dare?
Speriamo di no.

Le tragedie di decessi di giovanissimi a feste o rave legali o meno ci spingono solo a lavorare di più sulla comunicazione, ma servono strumenti adeguati, il narcotest è utile solo a chi lo vende e a chi predica la tolleranza zero.

Al contrario, il test rapido delle sostanze può realmente salvare la vita a qualcuno e risulta uno straordinario strumento comunicativo verso i consumatori più inesperti e quindi più a rischio perché ignari di dosaggi e mix letali.

Italia. Trieste. Giovanardi annuncia conferenza nazionale sulle dipendenza. Radicali: propaganda

ottobre 4, 2008

03 ottobre 2008

Avra’ luogo a Trieste – presumibilmente dal 12 al 14 marzo – la prossima Conferenza nazionale sulle tossicodipendenze ‘un momento di approfondimento e di bilancio – ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Famiglia, Droga e Servizio civile, Carlo Giovanardi ieri nel capoluogo giuliano dove ha incontrato il presidente della regione Renzo Tondo e il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza – sulle nuove sfide da affrontare in Italia su questo tema’. Tondo e Giovanardi hanno gettato le basi di un evento che portera’ a Trieste circa un migliaio di persone con l’obiettivo di fare il punto sulle politiche regionali e nazionali contro le diverse forme di tossicodipendenza. Tondo ha confermato a Giovanardi pieno appoggio alla realizzazione della Conferenza, sottolineando l’urgenza di avviare un tavolo tecnico per la gestione logistica dell’evento. ‘Crocevia tra Mitteleuropea e Balcani, Trieste si conferma a tutti gli effetti – ha detto Giovanardi – la sede piu’ adatta, dopo Palermo, Napoli e Genova, per un’iniziativa di questa portata’.

Giulio Manfredi (giunta di segreteria Radicali Italiani) ha dichiarato:
Giovanardi preparerà una bella conferenza di propaganda elettorale (in primavera vi saranno le elezioni europee e provinciali). Il sottosegretario cita le precedenti tre conferenze nazionali (Palermo, Napoli e Genova) dimenticandosi di ricordare che si sono tenute rispettivamente nel 1993, 1997 e 2000. L’art. 1, comma 15, del DPR 309 del 1990 (testo unico sugli stupefacenti) prescrive che il Presidente del Consiglio dei Ministri deve convocare la conferenza nazionale sulle tossicodipendenze ogni tre anni. Quindi, Silvio Berlusconi avrebbe dovuto convocarla già nel 2003 e nel 2006 (qui c’è il concorso di colpa di Romano Prodi, che subentrò a Berlusconi nel maggio del 2006).
Ennesima dimostrazione che, anche nel campo delle tossicodipendenze, in Italia per il potente la legge è un optional; per i comuni mortali, il discorso cambia: due giorni fa, in base all’art. 73 della legge citata, un cittadino che coltivava in casa due piante di cannabis è finito in carcere e rischia anni di galera.

fonte: aduc.droghe

Italia. Giovanardi: pronto ad ascoltare scienza sulle tabelle per le quantita’

settembre 25, 2008

‘Se c’e’ da rivedere e migliorare le tabelle che indicano le quantita’ massima di droga detenibili senza incorrere nel reato di spaccio, se ne puo’ discutere’: lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi, intervenendo al congresso di Federserd (Federazione degli operatori dei Sert). ‘Ho parlato proprio ieri con un tossicologo – ha spiegato Giovanardi, che ha la delega alla droga, alla famiglia e al servizio civile, parlando a margine – il quale mi ha detto che la soglia della cocaina e’ troppo alta. Se gli esperti mi dicono che le soglie vanno riviste, sulla base di una valutazione scientifica, ci si puo’ ragionare’. Quanto al fatto che l’ex ministro della Salute Livia Turco provo’ a modificare le tabelle della cannabis e il Tar le diede torto, secondo Giovanardi questo accadde perche’ ‘quella della Turco fu un’operazione politica, mentre invece noi ci vogliamo basare solo sul parere degli esperti’.
Nessuna prevenzione verso qualsiasi terapia, purche’ l’obiettivo sia il completo recupero del tossicodipendente, continua Giovanardi. ‘Dalla cristoterapia di Don Gelmini ai metodi ‘laici’ di Muccioli, alla cura col metadone o altro – ha spiegato Giovanardi – va tutto bene. Ma le terapie non devono puntare alla cronicizzazione delle tossicodipendenze’.
Quella del sottosegretario e’ una ‘ apertura innovativa e importante’: cosi’ Alfio Lucchini, presidente nazionale di Federserd, la federazione degli operatori dei dipartimenti e dei servizi delle dipendenze, commenta quanto detto dall’esponente del governo nel corso del congresso della federazione. Federserd si dichiara quindi disponibile a dare il suo contributo, pur ricordando che a suo tempo aveva criticato il metodo con cui le tabelle erano state costruite, ‘non tenendo conto delle complessita’ del mercato della droga e dei consumi’. ‘Nella commissione scientifica che defini’ le famose soglie, non c’erano ne’ i professionisti dei Sert ne’ rappresentanti delle Forze dell’ordine. Secondo noi le tabelle furono redatte seguendo una visione troppo tossicologica e poco legata alla complessita’ dei consumi’. Gia’ a suo tempo, ricorda Lucchini, Federserd defini’ troppo alta la soglia di cocaina prevista e troppo bassa quella della cannabis. ‘ Se per cio’ l’apertura di Giovanardi si concretizzera’ in un tavolo di lavoro che preveda anche la presenza degli operatori, che conoscono i consumi e delle forze dell’ordine, che hanno il compito della repressione, noi siamo disponibili’.

fonte: aduc.droghe