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Chiaro stop alla droga attraverso l’astinenza

ottobre 11, 2008

10 ottobre 2008

Senza una politica più restrittiva, la Svizzera diventerà una mecca europea della droga”: è quanto sostiene il comitato contro la depenalizzazione della canapa e la revisione della legge sugli stupefacenti, in votazione il 30 novembre.
Astinenza e lotta agli spacciatori sono i punti chiave della campagna lanciata venerdì dal comitato “Droghe-2 x no”, composto in gran parte da esponenti UDC, che invita popolo e cantoni a respingere l’iniziativa per una depenalizzazione del consumo di canapa e la revisione della legge sugli stupefacenti.

La canapa, a detta del comitato, si è ormai trasformata in una droga pesante, le cui conseguenze sulla salute sono spesso drammatiche e vanno dalla depressione alle allucinazioni fino alla psicosi. Una liberalizzazione porterebbe inoltre a un incremento dello spaccio in Svizzera, con un conseguente aumento della criminalità e della violenza.

Per i sostenitori dell’astinenza, anche la modifica della legge federale sugli stupefacenti non va nella giusta direzione. Secondo il comitato, infatti, sussiste il rischio elevato che la distribuzione controllata di eroina a carico delle casse malattia venga estesa anche alla cocaina o ad altre droghe.

La politica attuata negli ultimi vent’anni è stata un insuccesso – rilancia il comitato – poiché non ha permesso di circoscrivere il consumo e lo spaccio di droghe pesanti.

Fonte: swiss info

L’ERBA DEL VICINO

giugno 8, 2008

8 giugno 2008

C’erano tempi, non poi così lontani, in cui si manifestava orgogliosi il proprio bisogno di libertà scandendo lo slogan “vietato vietare”: ora che il divieto è diventato il più efficace strumento di consenso, proprio per colui il quale lo slogan l’aveva creato, la nuova parola d’ordine è “tolleranza zero”. Con i Rom, con gli statali fannulloni, con i drogati. E’ proprio partendo dal rifiuto del termine che ha fatto la fortuna (non solo politica ) di Rudolph Giuliani, cha da quattro anni a questa parte l’associazione “Cannabis Tipo Forte” ha istituito la prima ed unica fiera italiana interamente dedicata al mondo della cannabis, una tre giorni di convegni ed esposizioni la cui prima edizione si è svolta a Pescia e che da tre anni viene ospitata nella Bologna dello sceriffo Cofferati. Sebbene la nuova legge italiana, la Fini-Giovanardi, indichi come illegali la coltivazione e la detenzione di questo stupefacente naturale, è un dato di fatto che il consumo di marijuana e hashish sia abbastanza diffuso.

I numeri ufficiali del Ministero della Salute indicano che almeno tre milioni e mezzo di persone “fumano”, non stupisce perciò vedere la coda al botteghino della fiera. La tre giorni che si è chiusa domenica a Bologna è stata infatti visitata da almeno 3000 persone, un eterogeneo esercito di curiosi, neofiti e amatori ha affollato gli stand internazionali e nostrani che occupavano il Palanord, tra banche del seme – da non confondersi, ovvio, con quelle destinate alla procreazione umana – e artigianalissimi smoking tools, si scorgevano anche carrozzine e barbe bianche, a testimonianza che la canapa non è un vizietto per studenti e giovani in cerca di sballo ma è un fenomeno decisamente intergenerazionale.

Ma forse definirlo vizietto è sbagliato. “Il ministero della Sanità ha riconosciuto la Cannabis e i suoi principi attivi come farmaci efficaci per diverse patologie tra cui il glaucoma e l’epilessia – afferma la dottoressa Alessandra Viazzi, psicologa e presidentessa dell’Associazione P.I.C ( pazienti impazienti cannabis ) – l’ex Ministro Turco ha dato il via a un’importante riforma ed oggi la classe medica ha la possibilità di prescrivere cannabinoidi ai propri pazienti senza il rischio di incorrere nelle durissime sanzioni penali previste dall’attuale legge”. La canapa è infatti un’erba che ha molteplici usi industriali, ha un posto di tutto rispetto nelle antiche tradizioni biomediche e curative ed è stato recentemente comprovato che la sua somministrazione in contesti chemioterapici e di stimolazione dell’appetito nei malati di AIDS è fondamentale nella riduzione del dolore e degli effetti collaterali legati alla composizione chimica dei farmaci in uso nel trattamento di queste patologie terminali. Insomma, curarsi con la cannabis è lecito e sembra sia anche efficace, ma detenerla non lo è.

Oltre all’aspetto etico e biomedico della sostanza, la ragion d’essere di questa manifestazione è infatti l’antiproibizionismo. “ Imporre o proibire uno stile di vita è una violazione della libertà individuale – puntualizza Paolo Crocchiolo, fondatore del Forum Droghe e rappresentante del comitato scientifico dell’Associazione Cannabis Terapeutica – lo Stato può sconsigliare determinati comportamenti ma non ha il diritto di reprimerli o proibirli, a meno che tale comportamento non danneggi terzi. Sulle sigarette c’è scritto che il fumo uccide ma il fumatore ha libera scelta di decidere come farsi del male; lo stesso vale per l’alcool. In Europa l’hanno capito, qui da noi, dove paradossalmente ci si mette d’accordo un po’ su tutto, la strada è ancora lunga”.

E’ già qualche anno che i nostri cugini d’oltralpe stanno modificando la loro legislatura secondo il principio della tolleranza e della riduzione del danno, quest’ultima intesa come lotta al mercato nero delle mafie e come garanzia di qualità per il consumatore. “Se proprio devono fumare, che almeno fumino bene” ironizza Emanuel Kotzjahn, redattore della rivista berlinese Hanf Journal, free press dedicato ai temi cari all’antiproibizionismo e alla coltivazione di marijuana. In Germania la produzione all’ingrosso è stata bloccata nel 1998 ma da allora abbiamo avuto notevoli risultati nella battaglia con gli spacciatori. Se prima i test sulla sostanza indicavano “tagli” di vetro, plastica e piombo, ora la canapa è pressochè totalmente naturale. In Svizzera, come in Austria, nel Lussemburgo come in Polonia, per non parlare della tollerantissima Olanda, la coltivazione domestica della canapa è permessa e i limiti di possesso sono almeno 5 volte maggiori rispetto a quelli sanzionabili in Italia. A livello internazionale però la sorpresa più grande è la Repubblica Ceca: fino al 1989 non sapevano nemmeno cosa fosse la cannabis, oggi che la coltivazione è legale e il consumo è tollerato la Cechia è una delle più grandi produttrici europee.

Tornando in patria, alla tre giorni di Bologna c’è però stato un grande assente. Il firmatario della legge sulle droghe, quella che per intenderci mette sullo stesso piano droghe pesanti e leggere, e Sottosegretario alla presidenza del consiglio Carlo Giovanardi era stato invitato a presenziare al dibattito sulle conseguenze della sua legge previsto per domenica, ma ha declinato tuonando:
“ Introdurrò strumenti normativi acchè manifestazioni di questo tipo non si ripetano mai più”. Dello stesso avviso la capogruppo dell’Udc a Bologna, la consigliera Silvia Noè, che mercoledì ha presentato in giunta un’interrogazione rigurdante la leicità del convegno ecotecnologico paventando la possibilità di portare il discorso in Parlamento. Dalla sua, il sindaco Cofferati non si scompone “In questi tre anni non ci sono mai stati problemi, i residenti non si sono lamentati e anche le forze di polizia presenti in loco non hanno riscontrato situazioni che giustificassero un intervento diretto”. Un po’ come Pilato, se ne lava le mani.

Se le sono già lavate invece lo stesso Giovanardi e il neopresidente della Camera Fini: con la loro legge il numero di arresti per detenzione e spaccio di cannabinoidi è aumentato del 64% , ma a loro basta il numero, il dato, la cifra. Ad Alberto Mercuriali, un ventottenne di Castrocaro Terme, è invece bastato ricevere il foglio di notifica per la detenzione di una modica quantità di hashish per scrivere una laconica lettera di scuse e suicidarsi con il gas di scarico della propria auto. E’ successo un anno fa, i giornali lo avevano dipinto con un tossico criminale e lui non c’è stato, ha preferito togliersi la vita piuttosto che affrontare un’esistenza da “segnato”. In questa Italia al rovescio si sbandiera la tolleranza zero, che però poi la tolleranza sia applicata a ottuagenari senatori cocainomani e lo zero a ventenni imberbi e incensurati, è un altro paio di maniche.

di Mariavittoria Orsolato

Italia. La crociata dell’Udc contro la fiera della canapa

Maggio 31, 2008

Vedere, toccare e parlare di tutto quello che ruota all’universo della canapa. E’ questo l’ obiettivo che si sono posti gli organizzatori di ‘Cannabis tipo forte’, la mostra-convegno sulla canapa in programma da ieri a domenica al Palanord di Bologna. Un’iniziativa al centro delle polemiche, alla quale ha gia’ dichiarato guerra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con delega alla droga, Carlo Giovanardi, che ha proposto di vietare questo tipo di iniziative, e al centro di interpellanze parlamentari e di consiglieri regionali presentate dall’Udc. Gli organizzatori hanno respinto le polemiche, sottolineando che tutto si svolge nella massima legalita’, presentando una serie di obiettivi e invitando a parlare nei loro convegni gli esponenti politici che li criticano. ‘Noi parliamo soprattutto di uso medico della canapa – ha spiegato il vicepresidente dell’associazione, Michele Dagres – e dei suoi usi nella terapia del dolore. In Italia sono riconosciuti e autorizzati, ma e’ vietata la coltivazione. Noi siamo contrari alla cultura dello sballo e non siamo certo quelli che dicono che drogarsi fa bene. Anzi combattiamo, anche all’interno della fiera, quelli che lucrano sul proibizionismo, bloccando gli spacciatori in accordo con la polizia e i carabinieri, che qui a Bologna stanno facendo un lavoro splendido, con controlli discreti, tesi a individuare ed arrestare gli spacciatori. Insomma, in qualche modo, con la nostra attivita’, anche noi combattiamo la mafia’. In mostra, fra i padiglioni della fiera bolognese, ci sono articoli per fumatori, le piu’ importanti banche dei semi europee e tutto quello che serve per la coltivazione domestica. Ma ci sono anche esempi dell’uso industriale della canapa, soprattutto in ambito tessile ed energetico. Grande curiosita’, da quest’anno, per alcune aziende che producono generi alimentari con la farina di canapa: dai biscotti alla birra, dal pesto al basilico, fino alla cioccolata. ‘Cannabis tipo forte’ ha poi lanciato quest’anno l’idea della costituzione di ‘Medical cannabis social club’, per far ottenere la licenza adeguata a gruppi di malati, per le piantagioni collettive, sul modello di quanto avviene in Spagna e in Olanda.

La mostra ‘Cannabis tipo forte’ in corso a Bologna e’ “apparentemente border line ma, opportunamente verificata, potrebbe essere oltre i limiti della legalita’”. A denunciarlo il capogruppo dell’Udc in Regione Emilia Romagna e consigliere comunale, Silvia Noe’, che fa sapere di essere stata anche quest’anno a visitare la manifestazione “per verificarne il reale svolgimento rispetto allo scopo scientifico e terapeutico che si ripropone”. “La mia percezione – fa sapere Noe’- e’ che c’e’ poco di terapeutico e molto invece di commerciale e di cultura dello sballo. Sono presenti espositori italiani ed internazionali che vendono bevande eccitanti, semi di piante illegali, attrezzature sofisticate per coltivare in casa piante e funghi, kit completi per sniffare cocaina e su richiesta anche ‘qualcosa d’altro'”. “Per questa ragione martedi’ portero’ il caso in consiglio comunale, sempreche’ non venga ulteriormente censurata, ma nel frattempo invito Cofferati che ha autorizzato questa mostra di cui oggi si dichiara preoccupato, a visitarla e a rendersi conto di persona”.

Secondo il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini non e’ nient’altro che un appuntamento per ‘favorire la cultura dello sballo e veicolare l’idea che drogarsi non solo non fa male, ma e’ bello’. Casini, insieme al deputato dell’Udc Gian Luca Galletti, si e’, infatti, rivolto con un’interpellanza urgente al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro del’Interno per sottolineare ‘l’inopportunita’ di ospitare una fiera come questa’ in ‘uno spazio pubblico’. I due parlamentari ricordano poi come l’ideatore dell’evento Fabrizio Cinquini sia ‘agli arresti domiciliari per la seconda volta’ con l’accusa di ‘coltivazione e detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti’. L’ufficio stampa del Comune di Bologna fa sapere, comunque, di non essere a conoscenza di questa protesta dell’Udc e di non aver ricevuto lamentele da parte di cittadini o istituzioni per lo svolgimento dell’evento dedicato alla ‘Cannabis’.

fonte: aduc.droghe